Buona, la prima!
Se il secondo album è sempre il più difficile, la prima volta è la più bella, quando è buona. Un teatro piccolo, fuori la Luna crescente si guarda con Venere, fa caldo, intorno Mar del Plata, la città in cui sono nato e dove non vivo più. Vicino a me mio padre Mario, alla chitarra, e mio cugino Valentín, al piano. Ospite della serata, Daniel, un acordeonista pieno di note, di sorrisi e di parole. Come gli altri due. Si scherza fino a poco prima del concerto. Poi, per un attimo, chiudi gli occhi, ti ricordi e ti ripeti perché sei lì, e sei lì è per tutto quello che hai fatto prima di essere lì. Se ogni cosa che facciamo è il risultato di tutta una vita, tanto vale farla bene. Vamos. Il concerto comincia, scorre, il palco è sempre uno spogliarsi, il pubblico è lo specchio, e così lo è la tua musica per loro, e gli applausi sono per ogni parola e nota fiorita in studio e in sala prove, per ogni goccia di pura emozione sudata regalata a noi stessi. Per il resto non ricordo molto, è tutto un sogno, mi abbandono alla musica, allegramente misteriosa, che inizia, danza e finisce leggera e tagliente, felice e nostalgica, rifinita e cruda, tra gli applausi, i quattro bis, i sorrisi, i complimenti un po’ sorpresi, le foto e i saluti. Ringrazio, torno a casa, brindiamo. Buona la prima, e sempre avanti!