Fuera de huevo
Mentre finisco la mia prima esperienza col flamenco, tiro giù le somme di questo mese spagnolo, e come spesso capita, mi accorgo che quando cerchi una cosa, ne trovi un’altra. O ne trovi molte altre, insieme a un’infarinata profonda di dita, corde, legno, arpeggi, scale, farsetas, detalles, bulerias, soleá, rumbas, remates, e un mucchio selvaggio di informazioni pronte a posarsi sulle mie note. Lo studio è noioso, ma non lo è la sensazione di aver imparato qualcosa. Quella piccola consapevolezza che ti dà il corpo quando comincia a muoversi meglio. Quando cominci a battere il piede nel compás giusto, e quando la mani sembrano voler andare da sole, come un uccellino che prova il suo primo decollo, in quei momenti anche la mente comincia a rilassarsi, rallenta, cammina al ritmo di musica, facendo scorrere i pensieri all’incontrario, come il treno dei desideri. I momenti, generosi, si ripresentano davanti a te e ti accorgi che sei un po’ cambiato. E’ soltanto quando ci fermiamo che possiamo vedere il paesaggio e, quindi, vederci noi nella cornice. L’andata, gli arrivederci, i benvenuti, le prese di corrente, la Rambla, i colori delle linee della metro, i libri letti lì dentro, i mercati, i concerti, il teatro, le prove, lo studio delle lezioni e delle nuove canzoni da presentare, i prossimi mesi, i parchi, i vicoli, le cene, i nuovi e vecchi amici, i regali, i favori, le radio e tv, i panni stesi del Raval, i musei, la valigia piena, i sogni, i temporali, le nuove parole, le visite, le chitarre, il bar di fiducia, le foto, i gol del Barça, la casa di Dalì, le gite per la Catalunya, la nostalgia, la spesa, i vicini francesi che litigano per poi trombare, le cuffie ad alto volume, le serate improbabili, las tapas, gli artisti di strada, Gaudí, le videochiamate, i graffiti, le chiese, le corse guardando il mare di Barcelona.
Quando cerchi qualcosa ne trovi un’altra, e quando non la cerchi, forse è il momento in cui arriva. Non so se diventerò mai un chitarrista flamenco. Ma cercando e trovando rinasco cambiando pelle, rompendo un altro guscio, uscendo da un altro uovo, come in una matrioska infinita: ogni volta farsi trovare pronti, e partire per un nuovo volo.
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Come dici te: E’ soltanto quando ci fermiamo che possiamo vedere il paesaggio…cambiando pelle, rompendo un altro guscio, uscendo da un altro uovo, come in una matrioska infinita.
🙂