La poesia delle cose semplici
Nei giorni a Barcelona, la settimana scorsa, mi è capitato spesso di sentire questa vecchia canzone argentina, sempre per caso, ma il caso non esiste. Potrei raccontarvi della musica, di alcune persone straordinarie, degli incontri, delle stradine del Born, del mare, del perché non ho dormito, della bellezza che c’è dentro ogni respiro viaggiatore, ma preferisco dare una mia modesta traduzione di questa canzone che è una poesia, delle cose semplici, che danno la nostra felicità, se le facciamo splendere in fondo al cuore, dove con cura ogni volta, ahinoi, le nascondiamo.
Uno si accomiata insensibilmente dalle piccole cose,
così come un albero che in tempo di autunno resta senza foglie.
Alla fine la tristezza è la morte lenta delle semplici cose,
quelle cose semplici che restano dolenti dentro al cuor.
Uno torna sempre ai vecchi posti dove amò la vita,
e allora comprende quanto sono assenti le cose care.
Per questo, ragazza, ora non partire sognando il ritorno,
che l’amore è semplice, e le cose semplici le divora il tempo.
Resta qui, nella luce maggiore di questo mezzogiorno,
dove troverai, con il pane al sole, la tavola imbandita.
Per questo, ragazza, ora non partire sognando il ritorno,
che l’amore è semplice, e le cose semplici le divora il tempo.
(Armando Tejada Gómez – César Isella)