Volare oh oh
Nella mia vita, da quando sono venuto in Italia con la mia famiglia, fino a oggi, ho preso molti aerei. Come quasi tutti, oramai. La prima volta che ho volato davvero, però, è stata quest’anno, in un piccolo aereo a due posti, col mitico Sandro, padre di un caro amico. Da tempo mi chiedeva quando volevamo fare un “voletto”. Fosse un voletto. E’ stata la prima volta che ho volato davvero. Cambia tutto: il corpo sente e si rende conto di volare. Hai sensazione vera di galleggiare nell’aria, dove senti il vento che sposta il velivolo e il freddo nei piedi, da dove vedi il mondo più piccolo, in basso, ma più grande, molto più grande, davanti. Tutto assomiglia a un presepe del quale puoi cogliere molte sfumature, che di solito ti sfuggono. Il decollo e l’atterraggio li vivi da protagonista -anche se non sei il pilota-, così come tutte le altre manovre più o meno complicate, già da terra, per sistemare questo volatile creato dall’uomo. E allora su, nel blu, sopra il mare, tra le colline, sopra i tetti, sotto il cielo e giù, planando dolcemente verso un prato. Auguro a tutti di poter volare così, di sentirsi vivi, di avere paura del vuoto, di amarlo, di avere quella tremenda sensazione di libertà, emozionante, di sentirsi piccoli ma in alto, e capire quanto poco basti per vedere l’orizzonte più ampio, e di ridere sapendo che siamo solo un puntino nell’universo.